Minuetto Astronomico – Storia di idee e visioni
A cura dell’Agenzia Spaziale Italiana
Una favola musicale, una lezione di astronomia, una proiezione di meravigliose immagini provenienti dai più potenti telescopi del mondo, la storia di come l’uomo abbia cercato di comprendere se stesso e l’universo… chiamatela come volete, Minuetto Astronomico è un esperimento, a metà tra seria lezione e scherzoso spettacolo, in cui due scienziati-attori-musicisti coinvolgono la platea nell’avventura della scoperta del cosmo.
Da una terra piatta e immobile, immagine meno ingenua di quello che sembra, a una terra tonda ma ancora immobile e al centro dell’universo, e così via, alla descrizione dei moti bizzarri dei pianeti, delle orbite ellittiche, della legge della gravitazione universale, fino a dare uno sguardo sempre più lontano alla scoperta di altre galassie dalle eleganti forme, e di oggetti misteriosi come i buchi neri.
Con la proiezione di immagini sul fondale e la spiegazione-azione sul palco, che coinvolge direttamente anche gli spettatori, Minuetto Astronomico si rivolge in particolare ai bambini e ai ragazzi delle scuole. I diversi livelli di lettura rendono la lezione-spettacolo comprensibile ai più piccoli e allo stesso tempo interessante per gli adulti.
Il lavoro dello scienziato è spesso molto vicino al gioco di un bambino. Le parole della scienza, tra poesia e rigore, diventano metafore sottili che solo un bambino può comprendere. Molto più rilassati degli adulti nel giocare con le forme della geometria e con i misteri del cosmo, spregiudicati nell’assimilare a proprio modo i paradossi.
Organizzato come uno spettacolo teatrale, con due scienziati-attori-musicisti sul palco e una scenografia video, il Minuetto Astronomico ha diversi livelli di lettura. Come spettacolo, è una favola musicale in cui i diversi personaggi storici (Erastostene, Aristotele, Tolomeo, Copernico, ecc.) si susseguono e discutono tra loro.
Come lezione, il Minuetto Astronomico è il risultato di due anni di ricerca didattica di formaScienza: l’idea è di portare gli studenti-spettatori a ragionare sul rapporto tra osservazione e teorie scientifiche, sul carattere non definitivo di tali teorie e sul significato di scienza come modello della realtà. Questo tipo di ragionamento rappresenta uno stimolo a guardare le cose con occhi diversi: in un’epoca in cui siamo abituati a dare tutto per scontato, impariamo a farci le domande, invece di prendere per oro colato le risposte.
Percorso narrativo e didattico
Si parte dalla terra piatta che si vede guardando l’orizzonte e ci si domanda come si fa a capire che la terra è rotonda; si passa quindi a osservare il cielo a occhio nudo per vedere i movimenti dei corpi celesti: si identificano sole, luna, pianeti e “stelle fisse”, caratterizzati da particolari spostamenti. A questo punto si presenta il modello di Tolomeo, con i suoi successi e i suoi limiti, per passare poi a Copernico e a Keplero-Newton, cercando ogni volta di motivare questi difficili cambiamenti di paradigma. Si passa quindi a osservare meglio queste “stelle fisse” per scoprire che sono tutt’altro che corpi puntiformi, trovando stelle doppie, galassie, quasar, buchi neri. Spingendosi ai limiti dell’universo ci si spinge anche indietro nel tempo, andando a “guardare” i primi minuti successivi al big bang.
L’idea è di far ripercorrere allo studente la storia delle nostre idee sul cosmo per far capire come si costruisce una teoria scientifica.
Trattando dell’evoluzione della capacità dell’uomo di osservare l’Universo, si dedica uno spazio speciale ad AGILE, una missione dell’ASI della quale vengono approfonditi obiettivi scientifici e di ricerca.
Un progetto di Cinzia Belmonte e Tommaso Castellani